MONTECASSINO - CONDIVISIONE DI ESPERIENZE E SCAMBIO DI IDEE NEL SECONDO MEETING DEL WORKING WITH MUSIC

Conclusa la seconda edizione e avviata la terza del progetto, coordinato dal Conservatorio di Musica di Frosinone


Uno scambio di opinioni e di idee, ma soprattutto, una condivisione di nuove ed entusiasmanti esperienze per i 26 vincitori delle borse di studio della seconda edizione Working With Music, riuniti a Montecassino per il secondo meeting, insieme ai responsabili e ai partner del progetto.

Come prima cosa è stata una esperienza di vita perché mi ha aiutato in tante cose nella vita, nella gestione della mia vita,  ma come secondo luogo è stata una esperienza di musicista in un teatro e quindi un lavoro serio.  E’ stata sicuramente importantissima,  professionale e formativa, sicuramente in Italia non mi sarebbe stato possibile lavorare ad un livello così elevato alla mia età.  E’ stata la prima esperienza da sola nel senso che ero da sola in una città totalmente sconosciuta quindi ho vissuto da sola mi sono organizzata, ho fatto le mie cose e dal punto di vista formativo è stata molto importante perché sono entrata in contatto con un mondo di grande qualità, ho avuto il piacere di collaborare con persone veramente competenti e ho imparato tanto. Questa esperienza è stata importantissima dal punto di vista musicale perché, quindi sicuramente ho imparato molto sia come musicista che come insegnante di musica. La cosa più importante è aver conosciuto musicisti prestigiosi e in gamba con cui spero di poter continuare a collaborare, sia all’interno dell’istituto quindi gli studenti che ho conosciuto, sia gli insegnanti. Con loro probabilmente riusciremo a realizzare un disco in primavera  con un mio progetto dedicato a Verdi quindi speriamo di poter collaborare con loro nel prossimo futuro. Ho avuto l’idea e quindi l’opportunità di introdurre una nuova applicazione della musicaterapia integrata con l’onoterapia. E’ stata una esperienza molto arricchente sul piano umano professionale e culturale. Infatti ho coniugato anche l’attività di organizzazione di concerti in cui ho messo insieme alcuni gruppi di anziani e alcuni gruppi di bambini che sono stati protagonisti  in prima persona dei concerti e questo ha prodotto dei risultati molto importanti in merito all’evoluzione delle abilità relazionali e anche della situazione comportamentale oltre che psicofisica.

Un’occasione di analisi e di sintesi dei risultati e delle potenzialità del Working With Music, l’incontro di Montecassino, organizzato a conclusione della seconda edizione del progetto, che consente ai musicisti formati presso i Conservatori italiani di effettuare tirocini professionali in importanti contesti musicali europei, col sostegno di una borsa di studio Leonardo da Vinci.L’elemento  di  forza è appunto questa opportunità che conferisce di attuare metodologie innovative come è accaduto nel mio caso, di attuare ricerca culturale nei Paesi che ospitano i vincitori delle borse di studio, oltre che la conoscenza proprio di contesti culturali diversi, capacità di adattamento e di integrazione nella società, nel contesto culturale di questi paesi.Quindi un’apertura culturale e mentale e poi eventualmente professionale. Quindi il punto di forza è sicuramente questo: dare l’opportunità alle persone di fare un’esperienza che arricchisce certamente a livello personale, professionale, musicale. Uno dei punti di forza è sicuramente il fatto di andare all’estero e di essere subito inseriti in un ambiente  lavorativo strutturato. Il costante supporto dei tutor dall’Italia e dal paese ospitante che è veramente fondamentale.

Intanto cresce il numero di adesioni al progetto. Si è passati dai 19 partecipanti della prima edizione ai 45 della terza, con un incremento, inoltre, del numero dei conservatori e degli istituti di musica italiani coinvolti nel programma, attualmente nove, (Frosinone, coordinatore, L'Aquila, Genova, Livorno, Monopoli, Padova, Torino, Trieste, Verona), dei patrocinatori e dei partners che aprono le porte dei loro istituti ai musicisti, desiderosi di mettersi alla prova e di sperimentare nuovi approcci musicali.

 Credo sia l’unico modo per un neo diplomato di fare una esperienza del genere di qualità finanziata cioè con una borsa di studio che permette di fare questo tranquillamente e perché avevo voglia di vedere come funzionava in un altro paese che non sia l’Italia. Perché comunque il mercato del lavoro in tutti i campi è ormai internazionale se vogliamo quindi bisogna essere assolutamente intraprendenti e cogliere questa occasione perché è assolutamente rara. Per mettersi alla prova e anche rendersi conto che il nostro sistema scolastico, il Conservatorio, come preparazione secondo me è uno tra i migliori che ci sia. E andare all’estero in una grandissima accademia come il Lemmen Instutute di Leuven , per prima cosa è anche un confronto, come io sono arrivato qual era la mia preparazione e vedere il confronto con quello che è in un altro Paese e ti rendi conto che insomma hai lavorato tanto, hai lavorato anche bene, e hai da dire parecchio. E’ qualcosa che i miei colleghi se hanno voglia di confrontarsi con altre realtà devono assolutamente fare perché anche se poi vogliono rimanere in Italia a vivere e lavorare eccetera è comunque un confronto che arricchisce personalmente  e professionalmente quindi la consiglio decisamente a tutti.

Condivisi i giudizi sul tipo di esperienza, vissuta all’interno di conservatori di musica, di accademie, teatri, orchestre, centri di riabilitazione e di organizzazioni musicali di diversi Paesi europei. Una chance offerta ai giovani diplomati, sempre più convinti e consapevoli del valore di tale offerta per una crescita personale e, soprattutto, professionale.

Dopo una esperienza così di cinque mesi in cui ho guadagnato di identità a livello di docenza, a livello di musicista tornare in Italia è complicato perché è come se le mie capacità lì fossero state valorizzate al cento per cento e qui  vengano usate soltanto al trenta, e quindi senza lamentele uno sta qui e dice proviamo a cambiare un po’ le cose. O non facciamo più quei compromessi ai quali eri abituato stranamente. Sicuramente sono più motivata e sono più motivata a portare quello che ho visto e quello che ho ritenuto positivo diciamo nel nostro contesto musicale e formativo. Ora bisogna vedere se sarà possibile fare questo qui. Mi ha lasciato un bagaglio culturale altissimo e soprattutto a livello musicale e tecnico mi sento di avere una solidità molto più matura. Mi è stato chiesto proprio in considerazione dei risultati che sono stati evidenti di attivare ecco un centro di musicoterapia che possa far formazione oltre che attività di cura e che quindi possa avere un bilancio sociale cioè creare una riverberazione sul territorio per creare anche una  cultura della musicoterapia, professionisti che poi possano espandersi nella nazione, sul territorio intero. Come bagaglio personale più sicurezza nell’affrontare concorsi audizioni in generale sia in Italia che all’estero. Come bagaglio strumentale avendo avuto la possibilità di intercambiarmi in tutti i ruoli con le persone che lavoravano, beh, ho acquisito esperienza su tutta la fila e quindi una importanza non da poco. Questo progetto mi ha dato la forza, anzi ha risvegliato  quello che si era in parte assopito, il desiderio di riuscire a concludere qualcosa con la musica e di cercare di vincere un concorso a livello orchestrale.

Risultato centrato dal progetto, sempre più trampolino di lancio per l’ingresso dei giovani musicisti nel mondo del lavoro e campo di prova delle proprie competenze. Un momento centrale del percorso professionale dei partecipanti a Working With Music; un progetto destinato ad ulteriori sviluppi, come auspicano i partners, ed aperto a nuove proposte, come quelle illustrate dai borsisti, pronti, senza ombra di dubbio, a ripetere l’esperienza.

Le venti settimane del progetto dovrebbero essere estendibili ad un periodo maggiore perché specialmente io ho fatto tutte e venti le settimane quindi in realtà sono cinque mesi, però avessi potuto partecipare a tutte le attività dell’anno scolastico del conservatorio dove sono stato sarebbe stato sicuramente più proficuo perché comunque si riesce ad avere più tempo per integrarsi nelle realtà e poi uno quando va all’estero  ovviamente deve avere a che fare con una lingua diversa quindi più tempo si ha a che fare con una lingua diversa più la si può imparare meglio e anche integrarsi appunto nella cultura nei modi di vivere del Paese ospitante. E magari organizzare dei collegamenti per continuare a collaborare anche alla fine del progetto o magari aiutare e fare da tutor ai prossimi tirocinanti. Questa sarebbe una bella idea anche per non perdere i contatti.  Probabilmente il tirocinio dovrebbe essere un pochino più personalizzato a seconda del tipo di lavoro che si va a fare. Nel mio caso magari avrei preferito fare un tirocinio che durasse tutto l’anno perchè sono stata inserita all’interno di un conservatorio che ovviamente si svolge durante l’anno accademico quindi avrei preferito rimanere per tutto l’anno accademico per poter svolgere al meglio il lavoro che ho iniziato. Ci sono solo tre conservatori in Francia che hanno partecipato finora a questo programma, si potrebbe un po’ ampliare questo. Sempre tenendo conto del fatto che bisogna fare le cose volta per volta. Noi siamo pronti per continuare in questo programma. Conquiste di fondamentale importanza per il prosieguo della loro carriera musicale.

Rifaresti questa esperienza?

Assolutamente. Si, si. Il problema è questo è che non ce lo permettono, altrimenti ripartirei, prendo la valigia e riparto subito. Sicuramente questa esperienza ha confermato le mie aspettative, le ha anche superate con mia grande gioia. Sicuramente la rifarei. Assolutamente si. Rifarla, si.  Io non avrei dubbi a ripartire né a consigliare di andare.


La redazione (2013-05-07 19:26:09)