ALTIPIANI DI ARCINAZZO - PROSEGUE IL PRESIDIO DEI 30 LAVORATORI DEL 'CARA'

La ex responsabile del centro d'accoglienza ci illustra la situazione dopo la chiusura della struttura


E’ ancora lontana da una soluzione la vicenda dei 30 lavoratori del Centro d’accoglienza per Richiedenti Asilo degli Altipiani di Arcinazzo, noto come "Cara". Per loro dalla chiusura del centro, disposta dal Ministero dell’Interno lo scorso 15 giugno, è iniziata una fase di grave incertezza sul proprio futuro lavorativo, difeso dagli stessi lavoratori con un presidio permanente della struttura che va avanti ormai da diverse settimane, in attesa di una risposta che dovrebbe arrivare dalla convocazione di un tavolo interistituzionale, richiesto presso il Ministero. In ballo c’è la possibilità di una riconversione della struttura in un centro di seconda accoglienza, come proposto dagli ex dipendenti del Cara, che oggi rivendicano una professionalità maturata in oltre due anni di lavoro presso il centro degli Altipiani di Arcinazzo, da continuare a spendere nella stessa struttura in progetti di accoglienza, forti anche dell’esperienza positiva vissuta nel Cara a contatto con gli extracomunitari, ospitati nella struttura in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici. Esperienza descritta ai nostri microfoni dall’ex responsabile del centro Cara, Barbara Riggi, amareggiata per l’indifferenza mostrata nei loro confronti dalla cittadinanza e dalle istituzioni del posto, da sempre divisi tra favorevoli e contrari al centro di accoglienza, difeso, invece, a spada tratta da chi nel Cara ha lavorato, ha vissuto un’importante esperienza umana oltre che lavorativa e ne parla come di un’opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico per il comune in cui sorge e per le altre realtà vicine. 


La redazione (2010-08-04 15:20:12)